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19 maggio 2016

L’Europa vuole investire sul nucleare, altro che rinnovabili.

Rafforzare ricerca e sviluppo e accelerare la costruzione di nuovi impianti. Così l’Ue sembra avere un ritorno di fiamma per il nucleare



Il nucleare in Europa è anziano, in crisi economica e di credibilità. Ma la Commissione europea potrebbe tentare di rivitalizzarne le sorti con nuovi investimenti. È quanto afferma il settimanale tedesco Der Spiegel, che è entrato in possesso di una bozza di documento che oggi l’Unione dell’Energia dovrebbe discutere in riunione. In esso si dichiara che l’Ue deve difendere il suo ruolo di leadership nel settore, e si sollecitano gli Stati membri a rafforzare la cooperazione in materia di ricerca, sviluppo,finanziamento e costruzione di nuovi reattori nucleari. In particolare, per facilitare le condizioni di investimento, si pensa di utilizzare il Fondo europeo per la per gli investimenti strategici (EFSI) e i programmi di ricerca dell’UE. Alcuni di questi verranno gestiti anche attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI).
La notizia che ha fatto schizzare in piedi i Verdi europei, che parlano di «piani assurdi» da parte di Bruxelles, che invece di puntare sulle rinnovabili sta facendo di tutto, perfino riesumare l’energia atomica. Anche Greenpeace ha criticato duramente l’esecutivo comunitario tramite il portavoce europeo, Bram Claeys, secondo cui «l’idea che i fondi pubblici debbano essere usati per sostenere la ricerca nucleare in Europa è una negazione della realtà. Il nucleare è una tecnologia fallita e rappresenta una pericolosa perdita di tempo e di soldi nella lotta contro il cambiamento climatico». 

Nell’Unione europea sono attive 131 centrali atomiche in 14 Stati membri, che hanno una capacità di circa 121 gigawatt. Allo stato attuale, in 14 Paesi vi sono progetti di costruzione di nuovi impianti. Ora sembra che dall’Europa verranno indicazioni per accelerare il processo. La motivazione è sempre la stessa: dobbiamo staccarci dalla situazione di dipendenza dal gas russo, che causa troppe tensioni politico-economiche. In particolare, stando alla testata tedesca, l’Ue dovrebbe accelerare la costruzione di mini-reattori che dovrebbero entrare in funzione entro il 2030.
Dopo l’indiscrezione dello Spiegel, tuttavia, è arrivata la smentita del portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas: «Il report va demistificato. la Commissione non ha deciso di procedere sul nucleare, si tratta solo di uno scambio di lettere tra tecnici». Troppo poco per fugare i dubbi circa le reali intenzioni di Bruxelles.

Tratto da: Rinnovabili.it